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I ragazzi del Socio-Sanitario “toccano” la realtà del Museo Omero di Ancona

 

Nel 1985 due persone non vedenti, Aldo Grassini e sua moglie Daniela Bottegoni, viaggiatori, esperantisti ed amanti dell’arte hanno l’idea di creare un museo dove tutto si possa toccare, proprio in opposizione al “divieto di toccare” diffuso nei musei di tutto il mondo.

Nasce così, il 29 maggio 1993, il Museo Omero, istituito dal Comune di Ancona con il contributo della Regione Marche e su ispirazione dell’Unione Italiana Ciechi.

Pur avendo come finalità quella di “promuovere la crescita e l’integrazione culturale dei minorati della vista e di diffondere tra essi la conoscenza della realtà”, tuttavia il Museo non vuole essere soltanto un luogo riservato alle persone non vedenti, ma uno spazio culturale senza barriere, piacevole e produttivo per tutti.

Con questo spirito i ragazzi delle classi quarta e quinta D del Socio-Sanitario dell’IISS “Carlo Urbani”, presso la sede di Sant’Elpidio a Mare, hanno fatto visita al Museo Omero, che dal 2012 si è trasferito alla Mole Vanvitelliana di Ancona, occupando uno spazio di circa 3.000 metri quadri su quattro piani.

Proprio la Mole Vanvitelliana e l’Arco di Traiano sono stati le altre tappe di questa visita che, in quanto ad esperienza per disabilità sensoriale, può definirsi unica in Italia.

Un “tocco” speciale con cui i ragazzi hanno arricchito la loro esperienza didattica, dimostrando che ci sono mille modi diversi di apprendere, dentro o fuori le aule scolastiche.

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